Alta Risoluzione
| | La bella targhetta in ottone che contraddistingue la famosa ditta torinese. | |
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| | Veduta interna della radio. È una semplice radio “a cassapanca” con componentistica interna come d’impostazione comune a molti altri radioricevitori costruiti sul finire degli anni ’20. La manutenzione ordinaria e straordinaria del circuito della radio era senz’altro facilitata dalla costruzione razionale del mobile stesso. La manutenzione ordinaria (sostituzione delle valvole) è consentita grazie all’apertura di metà del coperchio superiore (l’altra metà resta fissa e permette l’uso continuato dell’antenna senza necessità di rimuoverla). L’accessibilità al vano è consentita solamente in corrispondenza della fila delle 7 valvole. | |
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| | Altra veduta interna. Anche il pannello interno che supporta i vari componenti, come il resto del mobile, è estremamente economico, in compensato sottile verniciato color nero e paraffinato a imitazione dell’ebanite, ma ebanite non è. | |
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| | Veduta del pianale interno estratto dal mobile. La manutenzione straordinaria (riparazione del circuito) si pratica smontando il pianale inferiore di base così che il pannello frontale, grazie a delle guide realizzate con scanalature interne sui fianchi laterali, si estrae con facilità. Ad esso è ben fissato l’intero pianale con tutta la componentistica. Così, con due sole manovre, abbiamo il libero accesso all’intero circuito. Una grande novità per l’epoca è la filatura nascosta sotto al pianale, lasciando a vista solamente i componenti principali quali valvole, variabili, e trasformatori. La loro disposizione, tra l’altro, è molto razionale, per file parallele con valvole al centro, trasformatori e variabili agli estremi opposti.
Per la descrizione dei vari componenti interni e dei comandi sul frontale, si rimanda al disegno della SAIR allegato all’apparecchio. | |
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| | Altra vista del telaio interno estratto dal mobile. In primo piano le belle bobine schermate. | |
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